venerdì 24 giugno 2011

novità estive

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Per i prossimi due mesi non potrò seguire il blog di Vogue,
sarò fuori Europa per due mesi, attenta a regalarvi chicche da un mondo completamente diverso...
Vi svelerò la meta presto!
 
Aleph




lunedì 23 maggio 2011

Un trucco per ogni età

Il trucco ideale è quello 'invisibile'. Non muore mai ed è adatto ad ogni età. Quello appariscente fatto con l'ombretto che riprende la maglietta che riprende il rimmel che riprende il fermaglio tra i capelli, quello non va bene, non si addice a nessuna età.

sabato 30 aprile 2011

Favola e realtà.

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«Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori […] io canto» dice Ariosto. L'umanità ha riposto nel mito e nei racconti i suoi umori, belli e brutti. Come se nel mondo non vi fosse spazio a sufficienza e servisse uno scaffale dove collocarli. Will e Kate hanno rievocato favole di castelli e principesse, protagonisti dei sogni di tutti. E quale potente mezzo, quello televisivo: tutto ciò che vi passa attraverso diventa reale! Avidi d'amore, di speranze e di luccichio, i media ci hanno accontentato ma senza farci dimenticare che le fiabe, se si realizzano, devono fare i conti con la realtà. Allora ben vengano i dettagli sugli accordi prematrimoniali e sulla scelta degli invitati! La fiaba appare vicina, possibile e ancora più magica. Che splendido messaggio quello lanciato da questi due giovani. Sposarsi? Tornerà di moda. Lo abbiamo sempre saputo: l'amore conta davvero e per tutti prima o poi ci sarà un vissero felici e contenti. Favolose sono le vite dei buoni che sorridono al mondo.






giovedì 28 aprile 2011

Royal Wedding: poche ore all'inizio....

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Annusando in giro, facendo una passeggiata virtuale sulle bacheche virtuali facebookiane, ho trovato due sentimenti distinti tra donne e uomini.
I maschietti commentano il RW come una sciocchezza, per non citare parole che qui potrebbero risultare poco gradite, un espediente commerciale, una cerimonia priva di senso oggi come oggi nel ventunesimo secolo. Avverto un certo colpo nell'ego, si sa che ogni uomo per la propria donna è il 'suo' principe, che William abbia tirato un colpo basso al genere maschile? Giovane, bello, per di più principe azzurro sul serio...che fa? Si sposa! Niente meno!
E le donne? Avverto un po' di invidia mista a romanticismo e rassegnazione. C'è chi paragona le faccende quotidiane con quelle della bella Kate, c'è chi oggi lavora, studia mentre una poco più che ventenne, corona il sogno di tutte, nato quando eravamo piccole e vedevamo Cenerentola o La Bella Addormentata nel Bosco. Le reazioni allora sono di disprezzo totale o ironia. Che le fiabe, poi, una volta realizzate e soprattutto vissute da altre, facciano paura?

Aleph

F.S. says: Narciso è...uomo!

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Noi donne in fondo ci vestiamo per altre donne: competiamo con loro, le scrutiamo, le critichiamo, le invidiamo. Gli uomini, si guardano allo specchio e si perdono nella loro immagine, si toccano i baffi, la barba, aggiustano i capelli col gel, dita delicate, sembra che lavorino con la cera.  Uomini, molti uomini, che cercano donne bellissime da avere al fianco come fossero gioielli e così danno quel tocco prezioso alla loro figura: <<oh, adesso si che si può uscire!>>

Aleph

lunedì 25 aprile 2011

F.S. thinks about "bamboccioni" made in italy e non solo...

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Tra gli uomini che ancora vivono a casa, Samantha di Sex & the City, sarebbe uscita solo con uno: il principe William. Peccato che ora si sposi anche lui e se ne vada di casa! Non più fenomeno esclusivamente italiano, perché la crisi ha completato il giro del mondo. Se pochi 'fortunati' potevano vivere una vita da bamboccioni tout court, cresciuti e pasciuti da affettuosi e dispendiosi genitori. Oggi, la stragrande maggioranza degli over20, torna la sera alla casa paterna perché alternative non ce ne sono! Università fino a venticinque anni, master, se si è fortunati tre anni di dottorato, poi un contratto a progetto là, un altro qua, nessuna possibilità di accendere un mutuo per rateizzare la lavatrice, figuriamoci una casa, un bel no al matrimonio. Allora si e adesso un bel cellulare, relazioni saltuarie, qualche viaggio e in un baleno si arriva ai trenta o magari quaranta. Poche scelte, tanta rassegnazione, in questa vita a due dimensioni, per il 3D si va al cinema.



domenica 24 aprile 2011

Buona Pasqua ai miei lettori



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Buona Pasqua ai lettori...
sono curiosa di sapere che avete trovato nelle vostre uova di cioccolato...!

Aleph

giovedì 21 aprile 2011

F.S. says: a favore del trasformismo...



Cambiare, allontanarsi da quello che si è soliti essere significa guardare se stessi da lontano e forse capire chi siamo.
Camminare lungo il confine o magari andare oltre, "da un' altra parte", può far riflettere su quello che c'era prima, si può giudicare con maggiore freddezza.
Ci si allontana dall'abitudine eppure solo così si riesce a guardarla da vicino.
Trasformare e trasformarsi non è mai definitivo. Perchè non provare....

mercoledì 20 aprile 2011

F.S. says: pills addcition

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Persino la più glamour delle pr, la donna più indipendente e sessualmente attiva di New York, anche lei Samantha Jones sembra essere caduta nella pills addiction! Così infatti viene ritratta nell'ulitimo film di Sex & the City: instabile, stanca, stressata per di più quasi in menopausa, legata alle sue pillole, arriva a prenderne fino a cinquanta e anche di più, in quello che sembra sempre più un patto col diavolo pur di fermare il tempo e gli anni che avanzano.
Droghe? Assolutamente si! E infatti la bella Jones, appena sbarcata in Medio Oriente con le tre amiche al seguito viene fermata in areoporto perchè accusata di trasportare pasticche di droga! E' tutto vano, la parola 'omeopatico' non si capisce e Jonesy è costretta a farsi una vacanza ad Abu Dabhi in crisi d'astinenza!
Pillole pillole e ancora pillole, pillola blu, pillola rossa, pillola del giorno-dopo, pillola per il mal di testa, per le vitamine.
Avrei in mente un'altra "P" word... placebo!





martedì 19 aprile 2011

CONCORSO **ZAINO EASTPAK PIU' CREATIVO**!

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Chi durante il liceo non ha avuto il mitico zaino eastpak, entrato il primo anno a scuola pulito e ordinato, e uscito alla maturità del tutto cambiato, colorato, scritto, con toppe e ricami, un vero cimelio della nostra vita!

Caricate le foto della vostra opera d'arte!

Le foto che avranno più ''commenti'' (entro un tempo stabilito) andranno in finale.
Azzerati i commenti, si riparte: il vincitore sarà chi avrà il numero più alto di commenti entro il tempo stabilito.
In caso di parità, ulteriore prova dei commenti ma in tempi strettissimi fino ad arrivare al numero uno!

Il vincitore riceverà un premio simbolico che gli spedirò direttamente a casa!

per partecipare: http://www.facebook.com/event.php?eid=196376350398618#!/event.php?eid=196376350398618

Aleph



F.S. says: what makes a model succesfull?

La giusta combinazione genetica, quella si è fondamentale, un corpo proporzionato aiuta, possibilmente se si estende in verticale! Per il resto non occorrono caratteri fondamentali, top model non è bionda, occhi azzurri. Una model per essere top deve saper interpretare i ruoli che i fotografi le propongono, deve saper immedesimarsi, ridicolizzarsi o esaltarsi, deve avere pieno controllo di sè, del suo corpo (io mi guardo a mala pena allo specchio), deve essere versatile, deve far sognare e innamorare di sè il fotografo, con lui il pubblico.
Essere modelle, anzi essere modelle di successo, significa vivere al top ma quanti sacrifici, quante rinunce?
Voi che ne pensate?
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domenica 17 aprile 2011

F.S. says: Vivere felici e contenti senza complessi estetici. Come si fa? Qual è la vostra opinione in merito?



I centimetri aumentano o si tolgono, i colori cambiano, ma lei, la signora vestita di bianco, accecante più della luce, continua a sedurre gli uomini e le donne di questo pianeta: l'Estetica. Pomo lanciato da Eris, dea della discordia, scatenò la guerra di Troia e ancora patiamo i suoi effetti. Ma come disfarsi di lei, come dare un bel calcio a quella mela una volta per tutte? Una cosa è certa: nessuno ci osserva più di quanto non lo facciamo noi stessi. I difetti vengono fuori là, quando la mattina ci fermiamo di colpo davanti lo specchio e osserviamo increduli: sono io? Ai più, un'immagine diversa dal proprio ideale butta giù più di un pessimo oroscopo. Il segreto allora è lasciare un po' di mistero, passare davanti allo specchio e guardare l'opera finale, senza  lente d'ingrandimento, pinze e microscopio. Siamo ricchi di particolari, ma ciò che comunichiamo, ciò che veramente diamo a chi è intorno, sono impressioni. Come un bel quadro di Monet, potremmo apparire sfocati, magari anche fatti male da vicino vicino, ma poi, quando presi d'insieme allora faremo sognare.

giovedì 14 aprile 2011

F.S. parla di donne e uomini con potere...

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Principesse raperonzolo che legano coi lunghi capelli biondi i principi (Rapunzel), principesse che si travestono da uomo e vanno in guerra (Mulan), eroine coi super poteri che salvano il mondo (Sailors Moon). Da anni ormai i cartoni ci gridano che il mondo sta cambiando, che la donna non è più 'donna' e l'uomo non è più 'uomo'. Se i romani chiamavano l'uomo 'vir' oltre che 'homo', indiicando anche la 'forza', noi che parola possiamo adoperare?  Il rapporto uomo-donna è una finzione, giochiamo a essere deboli e forti, poi forti e deboli per colpirci a vicenda, per coccolare e farci coccolare

Aleph

domenica 10 aprile 2011

F.S. parla di estetica maschile...

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Che siano tanti e tutti diversi quante sono le donne e i loro gusti! L'uomo ha maggiore libertà, è vero, in fatto di estetica, ma questo perché esistono infinite donne e illimitati gusti e preferenze! Il gioco è: ogni donna costruisce dentro di sé da quando è piccola un ideale uomo, chi vuole l'eroe, chi il cuoco, chi vuole l'orsetto da accudire. Occorre ammettere che per i più vale la vecchia legge del cavernicolo: molte donne portano quel dictat di sopravvivenza che le spinge a cercare un 'cacciatore robusto' e quindi muscoloso e con occhi infossati anti-sole. Poi c'è qualcuna che si è adattata all'ambiente ed è particolarmente emancipata - va a caccia tutta da sola al supermercato! - che preferisce un compagno raffinato e ben curato, con sopracciglia ridisegnate e un Armani nero nell'armadio. Che dire allora agli uomini? Siate voi stessi, non sforzatevi di adeguarvi a un canone che piace a voi perché, in un modo o nell'altro, già siete l'uomo ideale di qualche donna.


Aleph


venerdì 8 aprile 2011

F.S. says: Tutti hanno diritto alla bellezza..

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La Direttrice di Vogue oggi parla della bellezza del mondo e quanto sia irrinunciabile.
L'uomo sta ridisegnando il mondo a sua immagine. Peccato che non sia Dio. E infatti distese di cemento comode mangiano giorno dopo giorno fiori e alberi, quel mondo vergine che ci ha accolto alla nascita.
"Avanzare - dice la Sozzani - non vuol dire sacrificare il bello", insomma progresso non vuol dire per forza un mondo di acciaio, buio, piovoso, artefatto.
Mi viene allora in mente la proposta fantascientifica di un futuro diverso da quello che pellicole come Blade Runner o il Quinto Elemento ci hanno mostrato, ossia quello  descritto in Guerre Stellari:  navi spaziali già antiche, anzi proprio vecchie, un po' arrugginite e perchè no, mal ridotte, e quelle città fatte di casetta dai muri d'argilla - quali grattacieli? - coi suoi abitanti che indossano un saio dall'eco biblico, dove  uomini convivono con robot di raffinata ingegneria.
Possibile futuro alternativo o mera utopia, in questo mondo virtuale dove si viaggia seduti sul divano di casa o si propone il matrimonio con una tastiera, dove i bambini non cantano più "Nella vecchia fattoria", perchè loro in una fattoria non ci sono mai stati, nè sanno come è fatta una gallina.

aleph



mercoledì 6 aprile 2011

F.S. says: l'ossessione di oggi? Voler essere i primi!

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Vero! Primi ma che fatica!
La vita così come si è impostata negli ultimi anni, è una corsa anzi una scalata alla vetta più alta: si cominica con le stelline adesive che premiano il bambino alle elementari perchè ha alzato la mano prima di tutti, e si finisce per stare sull'attenti per tutta la vita, guardando di soppiatto il temuto ''altro'', perchè chissà magari riesci a trovare lavoro prima di lui, vinci una bors di studio e lui no.
Tuttavia si dimentica che esser primi significa anche essere il carro trainante di tutti gli altri: significa dare l'esempio, vivere come motivazione di altri.
Mentre a volte, si sa, nella vita non serve arrivare primi: semplicemente trovarsi al posto giusto al momento giusto, e l'occasione...arriva!


Aleph



lunedì 4 aprile 2011

F.S. says: elogio dell'errore, la perfezione è noiosa, l'imperfezione è intrigante...




- Che fai? - mia moglie mi domandò vedendomi insolitamente indugiare davanti allo specchio. - Niente, - le risposi, - mi guardo qua, dentro il naso, in questa narice. Premendo, avverto un certo dolorino. Mia moglie sorrise e disse: - Credevo ti guardassi da che parte ti pende. Mi voltai come un cane a cui qualcuno avesse pestato la coda: - Mi pende? A me? Il naso? E mia moglie, placidamente: - Ma sì, caro. Guardatelo bene: ti pende verso destra. [...] Così Pirandello immaginava scene di ordinaria imperfezione! La parola 'perfezione' racchiude il concetto di ''compiuto''. Quale orrore in relazione alla vita e alla moda, che propone tanti 'modi', tutti diversi, di stare al mondo! E soprattutto in questo mondo, dove io sono tanti 'io' quanti ne vedono gli altri e viceversa!

sabato 2 aprile 2011

F.S. says: Senso estetico del corpo femminile....


Una questione di latitudine! IL senso estetico non è dato. Parla chiaro Desmond Morris, nel suo L'animale donna (Mondadori): la donna è davvero un animale strano, si depila, si tinge i capelli e persino le labbra! Il punto è che queste in Sudan sono belle se blu e nel Congo se dilatate da dischi ossei. Segnare il corpo o indossare abiti e accessori particolari, risponde a precise aspettative culturali e alla volontà che la donna ha di 'in-scriversi' in certi gruppi. La domanda, correttamente riformulata, allora è: qual è il senso estetico italiano in questo particolare momento storico? La cultura, oggi e qui, vuole una donna indipendente e veloce, quindi magra, poi non dimentica un bel seno, assai innaturale - e infatti più che culturale - dato che l'ingrediente fondamentale di un decolleté è il temuto tessuto adiposo. E via, altri esempi, in questa parte di mondo occidentale in cui gli opposti non si attraggono ma si schiantano l'uno sull'altro e formano un nuovo tutt'uno.

lunedì 14 marzo 2011

Abercrombie & Fitch ... ma che mania!

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Oggi come oggi non basta possedere qualcosa di particolare, magari un capo vintage, oppure una maglia fatta a mano, irrepricabile, non più. Oggi servono cose davvero introvabili, almeno in Italia, ed ecco che i souvenirs di nuova generazione non sono più ampolle con neve finta, penne con sopra una foto o il classico accendino! I souvenirs, quelli da portare a parenti e ad amici, sono i capi d'abbigliamento, meglio se firmati da qualcuno che in Italia non c'è. Un caso per tutti? Abercrombie! Oggi è praticamente un must indossare nel tempo libro la coloratissima polo con la rennina ricamata sopra, oppure una camicia a quadri oversize magari con sotto una canottierina vedo-non vedo. Ma la faccenda non è nemmeno una questione di moda. Il fatto è che le magliette con la simpatica rennina sono un prodotto che fino ad ora, e ancora per poco, in Italia non sono del tutto commercializzate! Almeno ufficialmente non esiste alcu negozio del noto marchio. Ricordo che fino  a qualche anno fa, quando viaggiavo e mi concedevo un po' di shopping all'estero, c'erano effettivamente negozi di nomi mai visti nè sentiti in Italia, perciò comprare un paio di jeans o una felpa o una borsa, valeva la pena! Insomma, si rimpatriava con un pezzo davvero unico! All'età di quindici anni, durante un viaggio in Danimarca, acquistai presso la cittadina di Odense una borsa niente male: sportiva, con la tracolla, in tela grigio-chiaro rifinita di turchese. Giorni fa la ripesco dall'armadio, apro e leggo la targhetta interna: H&M. All'epoca non conoscevo questo negozio, nè tantomeno mi ero resa conto di esserci entrata e aver acquistato una borsa! Solo oggi, che il marchio è arrivato in Italia, posso riconoscerlo!
Lo scorso anno  ho avuto la conferma di qualcosa che già da un po' avvertivo nell'aria: non esistono più brands locali, almeno che non si parli di gradi marchi (ma neppure quelli: LV si trova tanto a Roma quanto a Colonia). La scorsa estate passeggiando per le vie di Barcellona in cerca di qualche negozietto 'tipico', con proposte 'locali', mi sono imbattuta per Intimissimi, Zara, H&M, Disegual.
La delusione è stata grande, tant'è che sono tornata a casa con  souvenirs tradizionali.
L'unica speranza per molti è la maglia dell'Hard Rock Cafè, ma anche quella  trasmette infinita tristezza: un capo made in china, con sopra il nome della città a cui è destinata.

Per concludere, tornando al caso Abercrombie, se siamo dovuti ricorrere a viaggi in America per tornare in Italia con addosso qualcosa  da fare invidia, nel vero senso della parola, tra poco finirà anche questo sogno, poichè si sussurra prossima apertura proprio qua da noi.
Di fatto già l'Hollister aveva livellato il mercato, spingendo il popolo dei modanti o meglio degli 'avanguardisti' a rivolgersi altrove.
E ora, chi sarà il prossimo? Quale il marchio da sbandierare all'atterraggio in Italia?
Il tempo risponderà!

FS days: "After the shows, it's time for fashion shootings"


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Le sfilate vi hanno dato ispirazione. Vi hanno comunicato qualcosa, lasciato un sapore in bocca. Forse è quello che guida realmente il feed back che il mondo si aspetta, da un giornale come Vogue!
Il vostro compito è distruggere quanto visto (non a caso si chiama 'shooting'), farlo a mille pezzettini e poi farlo rinascere, ricomporlo di nuovo, forgiarlo a nuova vita, portarlo dalla runway al pavement!
Buon lavoro!

Aleph


martedì 8 marzo 2011

FS says: "E' androgina e femminile".

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Per usare i termini della filosofia cinese, le ultime proposte della moda immaginano la donna, figura yin per eccellenza (femmina, fragile), un po' più yang (lato mascolino, dell'energia e della forza).
In fondo non c'è niente di male.
La società mette la donna di fronte le stesse situazioni, spesso dure e difficili, in cui si trovano gli uomini.
E allora perchè non armarla, perchè non darle un tocco forte, un tocco yang?
Siamo o no due facce della stessa medaglia?
Poi, come fa notare la nostra direttrice, l'atteggiamento è maschile/yang, ma  i tessuti, quelli rimangono femminili/yin! E come non potrebbero!


Aleph





martedì 1 marzo 2011

F.S. asks: perchè la moda è così mediatica?



Bellissima l'affermazione che <<la moda esce sempre vincente!>>.
E in effetti è così.
Si parla di moda continuamente, si pratica la moda entrando in un negozio, infilando un paio di stivali, aprendo il proprio armadio. Più di quanto di possa dedicare ad un film e un libro.
Come dice F.S. <<il visuale>>  caratterizza la nostra epoca è democratica la sua fruizione. Io aggiungerei che, da un punto di vista linguistico (ebbene si!) oltre all'economicità di un sistema di comunicazione fatto di immagini, capace di veicolare il messaggio alla velocità della luce, la potenza della moda sta anche nella possibilità di acquisire il linguaggio e partecipare a un dialogo mondiale, fatto di citazioni (indossare capi vintage, per es.), di plagi (portando un profumo 'copia d'autore') o di veri contributi originali.

Aleph


lunedì 28 febbraio 2011

F.S. says: Focus on elegance!

L'leganza costa fatica. Soprattutto perchè l'eleganza, per definizione, non vuole assolutamente strafare, fare a pugni nel gruppo per uscire gridando "guardatemi, sono qua".
L'Eleganza dice, se potesse parlare, "eccomi, sono io. punto."
La televisione non riesce proprio a essere elegante. Il must è colpire, esagerare, ampliare nei toni, nei colori, nelle parole. E se anche questo potrebbe essere un tocco di stile, non lo è, perchè si tratta di un copia e incolla di tutto un po', diretto a tutti e un po'.
Non valgono più i contesti oppure se è mattina o sera, elementi che l'Eleganza, tiene sempre a mente.
Seppelliti i sentimenti sguaiati, come dice the Director, ci si renderebbe conto che molti di noi si soffermerebbero volentieri su un canale, pieno di style, di rigore e di....eleganza.
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Aleph

F.S. says: the today must...is freedom!

Sulle passerelle si respira aria di libertà!
Senza un preciso dress-code, si possono scegliere i capi da indossare come più si vuole, unico mantra: se stessi, il prorpio umore, la propria audacia.
Una novità? Mah, chi lo sa. In fondo, chi ha sempre avuto stile o piuttosto senso dell'abbinamento, di ciò che conviene o non conviene affatto, ha sempre fatto di testa sua.
Che sia la rivincita degli impacciati? Di quelli che prendono due tre pezzi e li mettono insieme senza pensarc troppo? Poco male, quest'anno POSSONO senza dare all'occhio!

Aleph

sabato 26 febbraio 2011

F.S. says: "A good mix of music and fashion"

E' proprio vero che la moda e la musica vanno di paripasso, quasi le due facce della stessa medaglia.
Entrambe gridano al mondo qualcosa, definiscono i contorni e collocano chi vi aderisce in precisi lifestyles.
Osservavo sul sito ufficale di CASTRO קסטרו , noto made in Israel,  la presentazione spring summer dello scorso anno. Non a caso lo show si apre con un gruppo: chitarre, pianola, batteria e sintetizzatore.
"E' una sfilata oppure un concerto?"
La location era assolutamente ambigua!
Poi una cantante ha impugnato il microfono e su delle note un po' techno ha cominciato a cantare.
Ed ecco iniziare la sfilata. L'intento era quello di rendere fashion uno street style attraverso dettagli delicatissimi, il denim abbinato al camoscio con perline o ad un cotone freschissimo, dai colori ariosi. Lineare, essenziale. Con un carattere impertinente e sbarazzino, che senz'altro il sottofondo musicale contribuiva a dare.
La musica sembrava mutuata dalle proposte dello stilista e vice versa.
Due linguaggi assolutamente complementari che ripropongono dubbi come quello dell'uovo e la gallina: chi è viene per primo?

Aleph




venerdì 25 febbraio 2011

F.S. chiede: che cosa significa essere moderni?


"Poco fa''. Questo è il significato dell'avverbio che dà origine alla parola 'moderno'. Che poi sia passata ad indicare avanguardia, futuro, progresso, bhè questa è un'altra storia!
FS dà ragione all'arte. E' evidentemente corretto mantenere ben separati i concetti di modernità e contemporaneità. D'altra parte, linguisticamente parlando, è più corretto fare così. Contemporaneo fa' riferimento a qualcosa 'che vive nel medesimo tempo', e 'poco fa' è già passato. Nel momento in cui un abito lo si vede indossato in passarella: quella è contemporaneità! La moda E' contemporaneità. Più tardi, dopo le sfilate, quando ci si avvicina alla borsa o alla gonna vista 'poco fa' in passarella, allora si è passati alla modernità.
La moda è moderna nel senso che è traduttrice e interprete di sensazioni, ispirazioni fulminanti e brevissimi, che durano un attimo, un attimo fa'.
Ed ecco che improvvisamente quest'aggettivo non pare più abusato.


venerdì 18 febbraio 2011

Cosa pubblicizza veramente la pubblicità?

Il prodotto senza dubbi. Come ci dice anche Carla Sozzani.



Ma sotto sotto, in alcune pubblicità, quelle fatte bene davvero, s'intravede poesia.



Una pubblicità non esisterebbe senza prodotto, è questo a fornire l'ispirazione.

Dapprima si tratta di qualcosa di morto, sta fermo immobili, lì. Qualcuno lo vede, prova delle sensazioni. Un profumo ricorda colori. Una gonna sembra far percepire il vento. Un gioiello catapulta in un cielo stellato. Ecco che prende vita, piano piano. Questa, è pubblicità. Lei non può vivere senza il suo oggetto e l'oggetto prende vita solo con lei. Il loro è un legame inscindibile, l'oggetto è, nella pubblicità, opera d'arte che va' osservata a trecentosessanta gradi. Parla tutto, tutto ci trasmette emozioni, lo sguardo si perde sulla pagina del giornale e poi gira gira ancora fino a tornare di nuovo su di lui, il prodotto iniziale, in un circolo infinito.

Total Black....

Il total black, l'uso del nero, del suo significato all'interno della moda, mi hanno fatto pensare immediatamente ad Elisabetta da Baviera, chiamata Sisì ma celebrata dal cinema come Sissi.



Meno di un mese fa' ho visitato gli appartamenti imperiali a Vienna e il museo dedicato alla kaiserina. La morte si affezionò subito ad Elisabetta: lei, cultrice della bellezza, che curava il proprio corpo sino quasi a consumarlo, lei che amava impreziosirsi con stelle di diamanti o diademi di rubino.



Ad un certo punto dovette abbandonare tutto e rifugiarsi nel 'nero'. Tra gli innumerevoli oggetti personali della kaiserina, rimasi impressionata dai vestiti. Ma non da tutti, precisamente da uno: quello usato per il lutto (che portò a vita) dopo la morte dell'unico figlio maschio.



L'abito da lutto dell'imperatrice si trovava dentro una teca di vetro: nero, gonna lunga, strettissimo in vita (Sisì teneva alla propria silhouette in maniera ossessiva), rifinito di pizzo in ogni dettaglio. Accanto c'erano i gioielli da lutto dell'imperatrice. Neri anche loro.



"Che strano" pensai "gioielli da lutto", c'è qualcosa che stride: come può un gioiello, che adorna e rende bello per definizione, essere nero, cioè da lutto? Il lutto, il 'nero da lutto', non serve forse per 'minimizzare, non dare all'occhio, rendere meno bello'?



Che Elisabetta abbia colto le potenzialità o la glaciale bellezza dietro questo colore, mentre gli altri lo etichettavano ancora come segno di tristezza? A lei cosa importava: indossando quel vestito e quei gioielli rispettava senza dubbio, almeno formalmente, l'etichetta; per il resto, nolente o volente, partecipava alle grandi trasformazioni cui la moda andava in contro.